Lettera di Michele La Porta, ex convittore del Convitto Annesso all'IPEOA "E. Mattei" di Vieste
Ormai è da cinque anni che frequento l'IPEOA E. Mattei e usufruisco del convitto annesso alla scuola. Questi ultimi due anni sono stati molto particolari per via della pandemia da covid-19. Purtroppo non ho potuto godere al meglio gli ultimi anni che sono i più belli di tutti. È strano stare per così tanto tempo lontano da istitutori, insegnanti e soprattutto amici che dopo cinque anni diventano come fratelli. È difficile non condividere più la stanza con i tuoi amici durante la settimana. È difficile anche partecipare alle videolezioni con le connessioni lente e gli occhi che bruciano. Eh sì, purtroppo in queste condizioni è tutto strano e difficile perché dopo cinque anni il convitto diventa come una seconda casa e i componenti come una seconda famiglia e staccarsi da loro è molto complicato. Ricordo come fosse successo ieri il mio primo giorno in convitto: ero spaesato, non sapevo dove mi trovavo e volevo tornare a casa, ma con il tempo ho capito che non avrei potuto fare a meno del convitto. Ora che sono quasi giunto al termine di questo ciclo sento che mi mancherà tutto: la scuola, gli insegnanti, gli istitutori, le sveglie del mattino, la mensa, le partite a ping pong, a biliardino o a calcetto, la libera uscita, la sala pesi, lo studio pomeridiano, i pomeriggi passati in hall o in sala decorazioni, le serate alle panchine le feste e tanto altro, ma in particolar modo gli amici di scuola e del convitto con i quali ho stretto rapporti indimenticabili.
Ai nuovi convittori del prossimo anno: vi auguro di vivere la scuola e il convitto al meglio (magari senza restrizioni o vari problemi legati al covid!), di conoscere istitutori e amici con il quale legherete per i prossimi cinque anni e di divertirvi più che potete perchè gli anni passati qui sono i migliori di tutta la vita.